DESTINAZIONE . . .  TOKYO 2020

VI PROPONIAMO EVENTI DI CULTURA GIAPPONESE ORGANIZZATI A BERGAMO DALLA NOSTRA ASSOCIAZIONE

(IL PROGETTO E’ STATO SOSPESO A CAUSA DELLA PANDEMIA)

CONTESTO

Le relazioni bilaterali tra il Giappone e l’Italia sono iniziate formalmente il 25 agosto 1866, ma i primi contatti tra i due paesi risalgono almeno al XVI secolo, quando la prima missione giapponese in Europa giunse a Roma nel 1585 guidata da Itō Mancio.

Da allora molta strada è stata percorsa, le relazioni moderne sono buone e l’Italia risulta essere uno dei paesi più amati in Giappone e una delle destinazioni turistiche più frequentate, grazie soprattutto al successo del marchio “Made in Italy” che ha contribuito ad accrescere l’apprezzamento dei giapponesi per la cultura italiana. D’altro canto l’interesse e la passione dei giapponesi verso la nostra cultura è rappresentato dalle mostre di grandi artisti italiani o di movimenti artistici di alto rilievo allestite tutti gli anni in varie città del Giappone, dagli eventi musicali promossi da Istituzioni italiane che suscitano entusiasmo in Giappone e dalle decine di migliaia di appassionati presenti nelle sale in cui vengono proiettati famosi film italiani del passato e contemporanei, che contribuiscono a far conoscere ai giapponesi la nostra cultura, il nostro stile di vita, le nostre passioni.

E’ inoltre evidente come l’incontro della nostra cultura con quella giapponese possa avere una funzione promozionale che può consentire sviluppo ad altri settori quali l’economia e il turismo e, più in generale, all’immagine di entrambi i Paesi; da sottolineare come nel 2016 l’incremento di presenze di turisti Giapponesi in Italia è aumentato del 24% rispetto al 2015 e che le esportazioni dell’Italia verso il Giappone sono in continuo aumento; d’altra parte nel 2018 il Giappone è risultato tra i vincitori dell’Oscar del Turismo Italiano, la cui votazione è avvenuta tra gli operatori del settore.
Inoltre, sempre più spesso, le televisioni italiane illustrano aspetti della vita, della cucina, della natura e più in generale della cultura giapponese, sia con programmi di interesse turistico, che storico e/o artistico, incentivando il flusso turistico verso quel Paese.

In questo contesto di legame forte e solido fra Italia e Giappone, sia sul piano culturale che economico, il Comitato Olimpico Internazionale ha indicato il Giappone come sede di svolgimento della XXXII Olimpiade, che si terrà nel 2020.

E’ proprio approfittando del fatto che i riflettori di tutti gli organi di informazione saranno puntati sul Giappone che Kokoro intende sviluppare un percorso inusuale per la nostra città, incentrato su spettacoli, mostre, conferenze, manifestazioni sportive e culinarie che consentiranno, a quanti vorranno partecipare, di approfondire e meglio comprendere la cultura, la storia, le tradizioni e lo stile di vita dei giapponesi facendo nostri gli stessi obiettivi espressi dalla carta Olimpica: “costruzione di un mondo migliore e più pacifico”, “senza discriminazioni di alcun genere” e con spirito di “mutua comprensione, di amicizia, solidarietà”.

AZIONI

Viaggio nel mondo degli antichi e suggestivi tamburi giapponesi “Taiko”, sempre più apprezzati anche dall’Occidente grazie a percussionisti che, con ritmo incalzante, trasmettono forte energia in rappresentazioni di grande valenza estetica: una vera e propria scarica di adrenalina. I tamburi “Taiko” affondano le radici della loro origine – circa 3000 anni fa -, tra mito e realtà, quando venivano utilizzati per feste e cerimonie religiose.
Per la tradizione giapponese il tamburo “Taiko” ha un significato che va oltre le sue caratteristiche prettamente musicali: “la sua voce potente come un tuono è in grado di oltrepassare le nuvole e raggiungere le divinità”. Come la maggior parte delle tradizioni relative ai tamburi di origini primitive, anche il “Taiko” partecipa ai principali aspetti della vita, dalla nascita alla morte.
Il “Taiko” è musica da ascoltare, da guardare e da vivere: i tamburi vengono suonati con la dinamicità e il rigore tipici delle arti giapponesi. Il gesto, il movimento del corpo, crea bellezza ed equilibrio all’interno della parte ritmica ed è parte integrante dello spettacolo. Il ritmo creato risveglia nel cuore il respiro primordiale della vita.
Lo spettacolo si può rappresentare sia in contenitori classici – teatri – che in “luoghi non luoghi”, come fabbriche dismesse o spazi non convenzionali.
Allo spettacolo, in funzione di “spalla” parteciperà un gruppo di musicisti/percussionisti, studenti del Liceo Musicale cittadino “Paolina Secco Suardo” che, dopo un’esperienza laboratoriale attiva con il gruppo di suonatori di Taiko, darà voce ad un progetto significativo del nostro territorio.

Judo, Karate, Aikido, Kendo, Iaido e Jujutsu sono le arti marziali di origine giapponese maggiormente conosciute e praticate in occidente.
Judo: il judo (Via della Cedevolezza) è un’arte marziale, uno sport da combattimento e un metodo di difesa personale giapponese formalmente nato in Giappone con la fondazione del Kodokan da parte del Maestro Jigoro Kano, nel 1882. Il judo è divenuto ufficialmente disciplina olimpica nel 1964 in occasione delle Olimpiadi di Tokyo.

Karate do: il Karate (dal giapponese “Via della Mano Vuota”) è un’arte marziale la cui storia risale almeno al 14° secolo ad Okinawa, dove le tradizioni indigene del posto (Tode) ) si fusero con quelle cinesi (Shaolin Quanfa) ed alcune influenze giapponesi (Yawara / Koryu Ju Jitsu / Bujutsu. Aikido: l’aikido è un’arte marziale giapponese praticata sia a mani nude sia con le armi bianche tradizionali del Budo giapponese: spada, bastone e pugnale. La disciplina dell’aikido fu sviluppata dal Maestro Morihei Ueshiba a cominciare dagli anni trenta del ‘900. Kendo: il kendo è la leggendaria scherma tradizionale dei Samurai, letteralmente Via della spada. Arte marziale giapponese per eccellenza, si pratica utilizzando lo shinai, un bastone formato da quattro canne di bambù, in sostituzione della vera e propria spada, la katana. Durante l’allenamento il corpo viene protetto da una armatura, bogu, formata da maschera, corpetto, guanti e un paraventre.

Iaido: lo Iaido si definisce come l’Arte dell’estrazione e dell’uso della spada tradizionale giapponese (Katana). Disciplina fortemente influenzata dallo Zen, si pratica attraverso l’esecuzione di forme strettamente codificate (Kata), che non prevedono un avversario reale ma bensì immaginario. Questa disciplina, la più antica delle arti marziali giapponesi ha, nei fatti, influenzato l’evoluzione di tutte le altre discipline giapponesi ad oggi conosciute e diffuse.

Jujutsu: è un’arte marziale giapponese ed era praticato dai bushi (samurai). Il Jujutsu esprime in realtà un concetto filosofico: non opporre violenza alla violenza, la forza alla forza, ma utilizzare la forza dell’avversario ritorcendogliela contro; la forza di cui si necessita proviene proprio dall’avversario; più si cerca di colpire forte, maggiore sarà la forza che si ritorcerà contro.

Le dimostrazioni saranno effettuate preferibilmente in spazi all’aperto (Piazze, parchi ecc…). Questa iniziativa sarà promossa in collaborazione con UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) associazione di promozione sportiva nata a Bergamo 43 anni fa, che ha l’obiettivo di estendere il diritto allo sport a tutti i cittadini.

In collaborazione con l’Istituto Giapponese di Cultura di Roma si allestiranno alcune mostre quali:

           Calligrafia giapponese contemporanea
               14 opere calligrafiche in cornice, con didascalie e catalogo in italiano
           Stampe giapponesi contemporanee 1946 – 1993
               14 opere con didascalie e catalogo in italiano.
           Il patrimonio mondiale UNESCO in Giappone
               62 pannelli fotografici con didascalie
           Aquiloni e Trottole dal Giappone
               24 aquiloni e 27 trottole con didascalie
           Statue di Buddha nella terra di Yamato
              60 pannelli fotografici con didascalie

Il rapporto di collaborazione con l’Istituto Giapponese di Cultura prevede il prestito gratuito con pagamento delle spese di trasporto e dell’assicurazione delle opere a carico del richiedente.
Sede delle mostre potrebbero essere le biblioteche bergamasche, luogo di cultura, così da ridurre notevolmente i costi di gestione e rivolgersi ad un pubblico giovane.

La rassegna potrebbe ricalcare, anche se parzialmente, il programma presentato al “Trento film Festival” del 2018 dove sono stati programmati otto film documentari con storie fuori dall’ordinario che documentano realtà intime e silenziose, lontane dall’immaginario di un Giappone
ipertecnologico, metropoli affollate, fast food, abitazioni domotiche e mode fugaci, figlie di consumismo e globalizzazione.
Un viaggio con “Destinazione…Giappone” alla scoperta di territori, realtà rurali, piccole comunità montane che, in virtù di un profondo rispetto per ambiente e tradizioni, resistono a condizioni climatiche estreme, alle avversità e all’isolamento dai più confortevoli e tecnologici contesti urbani. Un itinerario affascinante in luoghi per lo più ignoti ai turisti, curiosando tra i prodotti della terra e della gastronomia giapponese, ormai conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
Questa iniziativa sarà promossa in collaborazione con Lab 80, società cooperativa nata nel 1976 a Bergamo che opera in diversi ambiti: organizza proiezioni e rassegne, distribuisce e produce film, fornisce servizi per la realizzazione e la proiezione di audiovisivi.

In occasione della Fiera dei Librai, appuntamento primaverile ormai storico a Bergamo, è possibile ipotizzare l’organizzazione di una Conferenza sui Manga, termine giapponese che indica i fumetti di piccolo formato caratterizzati da forti contrasti passionali tra i personaggi. In Giappone il termine indica tutti i fumetti, indipendentemente dal target, dalle tematiche e dalla nazionalità di origine e include opere in una grande varietà di generi, come avventura, romantico, storico, commedia, fantascienza, fantasy, giallo, horror ed erotico.
Per il popolo giapponese i manga rivestono un ruolo intellettuale ed economico molto importante, e sono considerati un mezzo artistico ed espressivo non meno degno della letteratura, del cinema o di altri mass media.
La conferenza sarà accompagnata da una mostra sul Manga, permanente per tutto il periodo della Fiera.
Inoltre, al mattino, in collaborazione con le Scuole, potranno essere organizzati laboratori per la realizzazione di Manga, per conoscere e approfondire le principali tecniche di disegno del fumetto giapponese. Questa iniziativa sarà promossa in collaborazione con l’Associazione culturale “Arte e Fumetto” di Bergamo finalizzata alla promozione dell’arte del fumetto, e “ComiXrevolution” di Bergamo.

Realizzazione, nei giardini del Centro cittadino, di un giardino Zen.
Il termine “Giardino Zen” viene attribuito quasi esclusivamente al giardino secco, in giapponese Karesansui; questo tipo di giardino ha origine all’epoca dell’avvento del buddismo Zen, verso la fine del VI secolo. Lo stile venne poi perfezionato nei templi e nei monasteri Zen, come ausilio per la meditazione, la contemplazione e la preghiera dei monaci, fino a raggiungere l’apice verso la fine del XVI secolo. Questo tipo di giardino rinuncia a tutte le possibilità decorative per favorire l’attività meditativa.

Il cibo è uno strumento fondamentale per un approccio felice a culture diverse; è pertanto nostra intenzione organizzare due cene in piazza in cui consumare cibo in onore alla vera cucina tradizionale giapponese, detta Washoku.
Una tradizione vastissima, ricca di ricette secolari e di varianti regionali, conosciuta in tutto il mondo come sinonimo di benessere. Questa è una delle ragioni che nel 2013 hanno garantito alla cucina tradizionale giapponese un posto nella lista dei beni del patrimonio culturale immateriale tutelati dall’Unesco.
Con cucina tradizionale si intendono tutte quelle conoscenze, e quelle abilità che stanno dietro al modo popolare di produrre, preparare e consumare cibo in Giappone: l’interesse a preferire ingredienti freschi, locali, che variano a seconda delle stagioni e che sono trattati con tecniche, come la cottura a vapore, che ne esaltano il sapore e i nutrienti, l’attenzione nel posizionare il tutto nel piatto per rendere una ricetta non solo sana e buona, ma anche bella, tanto da meritare il sigillo di Patrimonio UNESCO.

L’ Haiku è un componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo generalmente composto da tre versi per complessive diciassette more secondo lo schema 5/7/5. Per la sua immediatezza e apparente semplicità, lo haiku fu per secoli una forma di poesia “popolare” trasversalmente diffusa tra tutte le classi sociali e solamente nel XVII secolo venne riconosciuto come una vera e propria forma d’arte grazie ad alcune opere di famosi scrittori tra cui Matsuo Bashō.
Lo haiku è una poesia dai toni semplici, senza alcun titolo, che elimina fronzoli lessicali e retorici, traendo la sua forza dalle suggestioni della natura nelle diverse stagioni. Nostra intenzione è quella di far riprodurre dagli studenti dei nostri laboratori di calligrafia giapponese (Shodo), alcuni degli Haiku realizzati dai più famosi poeti giapponesi, stamparli e utilizzarli come mostra permanente e forma promozionale attaccandoli, per tutto il periodo della manifestazione, negli spazi pubblicitari comunali.

Fosco Maraini, nato a Firenze nel 1912, etnologo, antropologo, orientalista, narratore, viaggiatore, fotografo e alpinista, con i suoi libri ci ha insegnato a essere cittadini del mondo.
Laureato in scienze naturali, la sua prima spedizione in Tibet è del 1937. Ricercatore alle Università di Sapporo e Kyoto, ha insegnato lingua e letteratura giapponese all’università di Firenze.
E’ nostra intenzione, vista il prezioso, curioso e sfaccettato rapporto con il Giappone, sviluppare un confronto sulla sua figura, sia promuovendo la mostra voluta dall’Istituto Giapponese di Cultura di Roma e curato dalle nipoti di F. Maraini, sia promuovendo una conferenza sul suo rapporto con il Giappone e più in generale con l’Oriente.
La mostra “Endocosmo Maraini” – a cura delle nipoti Nour Melehi e Mujah Maraini-Melehi e fortemente voluta dall’Istituto Giapponese di Cultura, con il contributo di Alinari e del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Viesseux – ripercorre visivamente l’esperienza umana ed estetica di Fosco Maraini in Giappone, proponendo una selezione di oltre quaranta fotografie (bianco/nero e colore) provenienti dall’archivio privato della famiglia e dagli Archivi Alinari, che gestiscono il patrimonio fotografico di Fosco Maraini. Accanto alle immagini, saranno presenti testimonianze e ricordi delle sue figlie, Dacia e Toni Maraini, testi di Giorgio Amitrano, Gloria Manghetti, direttrice del gabinetto Vieusseux di Firenze, e un montaggio video della regista Mujah Maraini-Melehi.

Il 9 agosto 1945 una bomba atomica fu sganciata su Nagasaki. Le intense radiazioni e la forza d’urto dell’esplosione dell’ordigno uccisero decine di migliaia di persone, riducendo completamente in cenere la città. Ciononostante, ci fu un albero di cachi che miracolosamente riuscì a sopravvivere anche se bruciato per metà. Nel 1994, a distanza di quasi cinquant’anni, Masayuki Ebinuma, un arboricoltore residente a Nagasaki, iniziò a curare il fragile albero di cachi e riuscì a farlo riprendere fino al punto di ottenere delle pianticelle di seconda generazione dell’albero sopravvissuto al bombardamento atomico e cominciò a distribuire quelle pianticelle ai bambini che si recavano in visita a Nagasaki, come simbolo di pace.; 250 sono ormai le pianticelle sparse in 23 Nazioni diverse e l’Italia è il secondo Paese dove sono avvenute più piantumazioni, dopo il Giappone.
Per il terzo anno consecutivo Kokoro, in collaborazione con il Comitato Giapponese capofila del progetto, intende proporre all’Amministrazione Comunale la piantumazione di un albero di cachi di seconda generazione nei giardini della città, (i primi due anni la piantumazione è avvenuta all’interno di giardini scolastici) quale monito contro tutte le guerre e per una politica della pace.

NONUCLEAR DA HIROSHIMA AD OGGI

In collaborazione con le Acli di Bergamo sarà proposto un percorso relativo al dialogo interculturale e inter-religioso all’interno della rassegna culturale “Molte fedi sotto lo stesso cielo”, rassegna promossa dalle Acli di Bergamo sul pluralismo religioso e la pace, con il patrocinio della Cattedra Unesco, dell’Università di Bergamo, della Provincia e del Comune di Bergamo, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo.
All’interno della rassegna, nella sezione “Itinerari” che partirà a Gennaio 2020, verrà inserito un ciclo di approfondimento, articolato in 4/5 incontri, in cui verranno esplorati percorsi che permettano di acquisire un alfabeto delle culture e delle religioni che fornisca strumenti per vivere con responsabilità e consapevolezza la sfida epocale del mondo plurale a cui siamo chiamati.
Nello specifico verranno approfonditi aspetti relativi allo Shintoismo (religione autoctona del Giappone) e al Buddhismo, nato invece in India e diffusosi in Giappone a partire dalla fine del VI secolo.

NONUCLEAR DA HIROSHIMA AD OGGI

Hiroshima e Nagasaki non è solo memoria, ma è l’attualità di un impegno per arrivare al bando di tutte le armi nucleari. La campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear weapon) ha ottenuto il massimo riconoscimento con il Nobel per la Pace nel 2017. Ma il percorso è ancora lungo. Conoscere, partecipare, agire: queste le chiavi sulle quali si è fondata l’ideazione di un Convegno di Arci Bergamo. Si deve infatti continuare a promuovere l’ approfondimento del quadro globale in cui si collocano le aree di crisi del pianeta, proseguire nell’impegno di una contronarrazione che fornisca materia di analisi e azione, sia sull’incidenza che la corsa al riarmo produce sui conflitti nel mondo, sia rispetto alla messa in campo di campagne e iniziative locali e globali.
Si parte dunque dal ricordo, per arrivare all’attualità e immaginare il futuro, con il contributo di figure rilevanti nel panorama della lotta per la Pace nazionale e internazionale grazie al supporto degli “Enti Locali per la Pace” a cui aderisce il Comune di Bergamo “Rete della Pace”, che annovera le principali associazioni nazionali.

Identificazione di uno spazio attrezzato per permettere, liberamente, la sperimentazione di tecniche espressive/laboratoriali giapponesi, gestite dalle maestre giapponesi di Kokoro, quali:

     Calligrafia giapponese: forma espressiva spirituale e antica e importante forma d’arte.
     Origami: antica arte giapponese di piegare la carta per creare figure di ogni tipo e forma.
     Ikebana: arte della disposizione dei fiori, non solo elegante composizione, ma arte meditativa.
     Tsumami-Zaiku: antica arte per la realizzazione a mano di monili utilizzando le preziose stoffe dei Kimono.

In considerazione del fatto che la biblioteca di Ponteranica è indicata, all’interno del Sistema Bibliotecario Bergamasco come la struttura di riferimento per il tema “Giappone”, in accordo con l’Amministrazione comunale è nostra intenzione realizzare per i suoi utenti una serie di iniziative gratuite che avranno come riferimento la cultura giapponese:

     – Esposizione in una sala della biblioteca della mostra fotografica “Kokontouzai, un luogo tra passato e presente” realizzata dalla fotografa Tamayo               Horiuchi
    – Kamishibai, forma teatrale giapponese per bambini, narrata da un cantastorie che in passato girava in bicicletta fra i diversi villaggi del Giappone
    – Laboratorio di Manga, fumetto giapponese caratterizzato da forti contrasti passionali fra i personaggi; i Manga sono ormai diffusissimi fra i giovani          di tutto il mondo.
    – Laboratorio di Origami, antica arte giapponese di piegare la carta in modo tale da creare ogni tipo di figura (farfalle, pesci, alberi ecc…)

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